giovedì 13 settembre 2012

Oggi 13 settembre 2012 mi sono accorto che esattamente un anno fa mi iscrivevo a blogger ed avevo il mio blog personale.
Era mia intenzione citare le mie letture personali oppure descrivere e dare dei miei pareri su film che avrei visto.
E' durato alcuni mesi e poi poco per volta ho abbandonato questa attività oggi vorrei piano piano riprenderla ed aggiornarla.

Sabato 8 settembre mi son recato al cinelandia di borgo San Dalmazzo per vedere il film "Bella addormentata" di Marco Bellocchio  http://www.mymovies.it/film/2012/bellaaddormentata/trailer/   che era stato citato ed era in gara al Festival del cinema di Venezia.  
E' un filmsul tema di fine vita e sull'eutanasia ed è incengtrata sugli ultimi giorni di :

Eluana Englaro

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Eluana Englaro (Lecco, 25 novembre 1970Udine, 9 febbraio 2009) è stata una donna italiana che, a seguito di un incidente stradale, ha vissuto in stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte naturale sopraggiunta a seguito dell'interruzione della nutrizione artificiale.
La richiesta della famiglia di interrompere l'alimentazione forzata, considerata un inutile accanimento terapeutico, ha scatenato in Italia un notevole dibattito sui temi legati alle questioni di fine vita. Dopo lungo iter giudiziario, l'istanza è stata accolta dalla magistratura[1] per mancanza di possibilità di recupero della coscienza, ed in base alla volontà della ragazza, ricostruita tramite testimonianze. Diverse amiche intime della giovane riferirono che, avendo appreso di un gravissimo incidente stradale che aveva coinvolto un amico rimasto in coma, Eluana aveva dichiarato che sarebbe stato preferibile morire che sopravvivere privi di coscienza e volontà e completamente dipendenti dalle cure altrui, ammettendo anche di aver pregato perché l'amico si spegnesse senza ulteriori sofferenze ed umiliazioni. In un'altra occasione, commentando un analogo episodio che aveva coinvolto un compagno di scuola morto in un incidente di moto, Eluana aveva dichiarato: "nella disgrazia è stato fortunato a morire subito". Proprio discutendo in famiglia della tragedia capitata all'amico, la giovane aveva dichiarato anche ai propri genitori che non avrebbe potuto tollerare che lo stesso capitasse a lei e che per quanto la riguardava avrebbe preferito la morte rispetto ad una sopravvivenza del genere ed aveva ripetutamente chiesto loro di non permettere mai che qualcosa del genere le capitasse.[2][3].
Il caso Englaro fu alimentato anche da notizie soggettive e divergenti riguardo alle sue reali condizioni fisiche. Vi fu chi dichiarò ad esempio che la giovane era in grado di deglutire,[4] nonostante, a seguito dell'incidente che l'aveva coinvolta, ella avesse riportato una paresi dalla nuca in giù che le impediva non solo la deglutizione di cibi solidi ma anche della stessa saliva, al punto che la donna era mantenuta costantemente girata di fianco per evitare rigurgiti e soffocamento[5][6][7]. Persino durante gli ultimi giorni di vita della donna, si rincorsero sui media dichiarazioni contrastanti e spesso assai fantasiose circa le reali condizioni di Eluana, con numerose persone non meglio identificate che asserivano di averle fatto visita presso l'hospice di Udine ove si trovava, trovandola "bellissima" e "tranquilla"; ciò malgrado la struttura sanitaria fosse costantemente presidiata e la stanza dove la giovane si trovava fosse controllata costantemente proprio al fine di non permettere l'ingresso di estranei al di fuori del padre e del personale sanitario. La vicenda della giovane Eluana e della battaglia intrapresa dalla sua famiglia perché le sue volontà venissero rispettate, al di là del clamore mediatico suscitato, ha contribuito a portare alla luce alcune gravi lacune del sistema giuridico italiano per quanto riguarda vicende bioetiche analoghe, riaprendo il dibattito su una eventuale legge che prenda in considerazione forme di testamento biologico[8].

Vicende giudiziarie [modifica]

Beppino Englaro, padre di Eluana
L'incidente stradale avvenne il 18 gennaio 1992, al ritorno da una festa a Pescate, paese alle porte di Lecco; la giovane Eluana, che aveva da poco compiuto 21 anni e frequentava la facoltà di Lingue all'Università di Milano, perse il controllo dell'automobile a causa del fondo stradale gelato e si schiantò contro un palo della luce e quindi contro un muro, riportando lesioni craniche gravissime ed una frattura con slivellamento della seconda vertebra che causò un'immediata paresi di tutti e quattro gli arti. All'arrivo dei soccorsi, la giovane era in coma. Dopo alcuni mesi nel reparto di Terapia Intensiva degli ospedali di Lecco e Sondrio, Eluana uscì dal coma ma, proprio a causa delle lesioni cerebrali estese ed irreversibili, fu dichiarata in stato vegetativo, condizione che esclude la coscienza di sé e del mondo circostante e la possibilità di comunicare o interagire in alcun modo con l'ambiente esterno, relegando il paziente in una condizione tendenzialmente perpetua di totale incoscienza.
Secondo dichiarazioni della famiglia Englaro, appena resisi conto della situazione disperata di Eluana, i genitori hanno iniziato a chiedere ai medici la sospensione dei trattamenti, rappresentando loro che la propria figlia aveva ripetutamente affermato di non desiderare inutili accanimenti terapeutici.
Il padre di Eluana, Beppino Englaro, ha iniziato a chiedere per via giudiziaria la sospensione dell'alimentazione artificiale e delle terapie nei confronti della figlia Eluana a partire dal 1999, portando a supporto della richiesta diverse testimonianze di amiche della figlia volte a dimostrare l'inconciliabilità dello stato in cui si trovava e del trattamento di sostegno forzato che le consentiva artificialmente di sopravvivere (alimentazione/idratazione con sondino naso-gastrico) con le sue precedenti convinzioni sulla vita e sulla dignità individuale[1].
Il procedimento è arrivato fino alla Corte di Cassazione che nel marzo 2006 ha respinto le richieste della famiglia Englaro per un vizio del procedimento. Il ricorso, a suo tempo, non era stato notificato ad alcuna controparte portatrice di un interesse contrario a quello di Eluana Englaro. Il ricorso era stato presentato ai sensi del citato articolo 32 della costituzione italiana: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana»[9].
A seguito di un nuovo ricorso del padre, la Corte di Cassazione ha rinviato il caso «ad una diversa sezione della Corte d'Appello di Milano». La sentenza numero 21748/2007 depositata il 16 ottobre 2007 ha stabilito due presupposti necessari per poter autorizzare l'interruzione dell'alimentazione artificiale:
  • Occorre che «la condizione di stato vegetativo sia, in base ad un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e non vi sia alcun fondamento medico, secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale, che lasci supporre la benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno»[10].
  • Occorre altresì «che tale istanza sia realmente espressiva, in base ad elementi di prova chiari, univoci e convincenti, della voce del paziente medesimo, tratta dalle sue precedenti dichiarazioni ovvero dalla sua personalità, dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti, corrispondendo al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l'idea stessa di dignità della persona»[10].
Con decreto del 9 luglio 2008, la Corte d'Appello Civile di Milano ha autorizzato il padre Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzata che manteneva in vita la figlia Eluana per «mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno»[1][11].
Le Suore Misericordine di Como, che dal 1994 si sono occupate di Eluana presso la casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco, si sono rifiutate di interrompere l'idratazione e l'alimentazione forzate manifestando la disponibilità a continuare ad assistere la donna e chiedendo al padre di abbandonare Eluana alle loro cure e dimenticarsi di lei. Per tale motivo il padre ha deciso di trasferire la figlia presso altra struttura ove dare seguito alle sue volontà (certificate nel decreto attraverso le testimonianze).
A seguito della decisione della Corte di Cassazione vi sono state varie manifestazioni, come quella a favore promossa dai Radicali Italiani[12] e quella contraria promossa dal giornalista Giuliano Ferrara, che aveva invitato la cittadinanza a depositare, davanti al Duomo di Milano, bottigliette di acqua in segno di protesta simbolica.[13] Sono stati inoltre presentati alcuni appelli, come quello dell'associazione Scienza & Vita[14] e quello del giornalista Magdi Allam[15] favorevoli alla continuazione delle cure e, sul versante opposto, quello dei Radicali di Lecco[16].
In riferimento a quest'ultima sentenza, entrambi i rami del Parlamento italiano hanno votato la promozione di un conflitto di attribuzione contro la Corte di Cassazione, ritenendo che la sentenza dell'ottobre 2007 costituisca «un atto sostanzialmente legislativo, innovativo dell'ordinamento normativo vigente», come indicato dalla relazione di maggioranza della Commissione Affari Costituzionali annunciata in aula il 22 luglio 2008[17]. Tale atto è stato respinto dalla Consulta.
La Procura della Repubblica di Milano ha a sua volta presentato ricorso contro il decreto della corte d'appello. Tuttavia il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione[18], scatenando altre polemiche.
Il 13 novembre 2008 la Corte Suprema di Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Milano contro l'interruzione di alimentazione e idratazione artificiale, accogliendo così la volontà del padre di Eluana. Nel merito del provvedimento alcuni giuristi hanno criticato le motivazioni con cui la Cassazione ha rigettato il ricorso del pubblico ministero[19].
Il 16 dicembre 2008 il ministro Maurizio Sacconi ha emanato un atto d'indirizzo che vieta alle strutture sanitarie pubbliche e quelle private convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale l'interruzione dell'idratazione e dell'alimentazione forzate con la minaccia di escludere queste strutture dallo stesso[20]; lo stesso giorno, la casa di cura Città di Udine (che non fa parte del Servizio Sanitario Nazionale in quanto il Friuli-Venezia Giulia ne è uscito dal 1996) ha annunciato che una volta chiarite le questioni legali sarebbe stata pronta ad accogliere Eluana. Quasi un mese dopo la casa di cura tuttavia ha ritirato tale disponibilità.
Il 19 dicembre 2008 Marco Cappato (segretario dell'Associazione Luca Coscioni), Antonella Casu (segretaria dei Radicali Italiani), e Sergio D'Elia (segretario di Nessuno Tocchi Caino), hanno presentato denuncia verso il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, presso la Procura di Roma, per violenza privata mediante minaccia[21], in seguito al suo atto d'indirizzo[22] di pochi giorni prima.
Il 22 dicembre 2008 anche la Corte europea per i diritti dell'uomo ha respinto le richieste di varie associazioni contrarie all'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione non giudicando sul caso specifico ma semplicemente considerando la richiesta "irricevibile" in quanto «i ricorrenti non hanno alcun legame diretto» con la Englaro o con la sua famiglia[23][24].
Il 17 gennaio 2009, in seguito alla denuncia dei dirigenti dei Radicali Italiani, la Procura di Roma ha iscritto il ministro Maurizio Sacconi nel registro degli indagati[25].
Il 26 gennaio 2009 il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso della famiglia Englaro contro la Regione Lombardia ed ha imposto a quest'ultima di individuare una struttura ove dar corso alla sentenza della Corte di Cassazione.[26]
Il 27 febbraio 2009 la Procura della Repubblica di Udine ha aperto un fascicolo ipotizzando l'accusa di omicidio volontario aggravato e iscritto nel registro degli indagati Beppino Englaro, il primario Amato De Monte e gli infermieri che hanno partecipato all'attuazione del protocollo in conformità con la sentenza della Corte di Cassazione.[27] Il procuratore di Udine Antonio Biancardi ha dichiarato trattarsi di un atto dovuto. I tempi si sarebbero prolungati per la necessità di separare le specifiche denunce da "numerosissimi esposti a volte deliranti, privi tuttavia di rilevanza penale o di precise accuse".[28]
Il 28 novembre 2009 la stessa Procura della Repubblica di Udine ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta dopo che una perizia sull'encefalo della paziente aveva confermato che i danni conseguenti all'incidente automobilistico del 1992 erano "anatomicamente irreversibili".[29]. Il giorno 11 gennaio 2010 il GIP del tribunale di Udine ha emesso il decreto di archiviazione che mette fine all'inchiesta per omicidio a carico di Beppino Englaro e altre 13 persone.[30]

L'attuazione del protocollo [modifica]
Il 3 febbraio 2009, alle ore 1.30, un'ambulanza con a bordo Eluana Englaro ha lasciato la casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco giungendo, intorno alle 6.00, presso la residenza sanitaria assistenziale "La Quiete" di Udine. Tale struttura si è infatti dichiarata disponibile ad ospitare la Englaro per l'attuazione della sentenza di sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione forzata. Una equipe di circa quindici tra medici e paramedici, volontari ed esterni alla clinica, intende attuare il protocollo terapeutico concordato con la famiglia Englaro conformemente a quanto disposto in decreto dalla Corte d'Appello di Milano. Nello spazio antistante la clinica, alcuni manifestanti si erano assiepati protestando contro ciò che dichiaravano essere una "condanna a morte", inveendo contro il padre della giovane e urlando a voce alta "Eluana svegliati".
Al mattino del 6 febbraio 2009 l'equipe che segue il caso Englaro ha annunciato l'avvio della progressiva riduzione dell'alimentazione. Alle ore 14 il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per impedire la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione dei pazienti. In precedenza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti perplessità circa l'ipotesi di intervenire per decreto sull'attuazione della sentenza e riserve sulla costituzionalità dello stesso, in risposta al premier che si era spinto ad affermare che Eluana Englaro aveva ancora un bell'aspetto ed un'aria sana - pur senza mai aver visto di persona la donna, nonostante l'appello del padre a farle visita per rendersi personalmente conto delle pietose condizioni in cui era ridotta - e che "potrebbe in ipotesi anche generare un figlio" nonostante lo stato vegetativo permanente e la paresi, probabilmente fondando la propria sconcertante affermazione su quanto dichiarato dalle suore che avevano avuto in cura Eluana, che avevano riportato come la giovane avesse ancora il ciclo mestruale.[31][32][33]. In tale occasione il Presidente del Consiglio aggiunse anche che, a suo parere, unico desiderio del padre della ragazza sarebbe stato quello di "togliersi di mezzo una scomodità" e rivolgendo invece parole d'elogio alle suore della struttura medica che assisteva la giovane senza fare menzione alcuna della famiglia di Eluana [34]. Il Presidente della Repubblica ha poi rifiutato di firmare il decreto poiché non superava le obiezioni di incostituzionalità precedentemente espresse[35][36]. Alle ore 20 il consiglio dei ministri, riunito in sessione straordinaria, ha approvato un disegno di legge con gli stessi contenuti del decreto rifiutato in precedenza. Tale disegno di legge è stato immediatamente trasmesso al senato che si riunirà per discuterne in sessione straordinaria già lunedì 9 febbraio 2009 (normalmente il lunedì l'Aula di Palazzo Madama è chiusa). Durante la giornata molti commentatori e leader politici hanno stigmatizzato lo scontro istituzionale in atto fra il governo e il Capo dello Stato.[37]
La sera del 7 febbraio 2009 alcuni media hanno diffuso la voce secondo cui "per la gravità della situazione" sarebbe stato modificato il protocollo, anticipando la sospensione totale dell'idratazione e dell'alimentazione.[38] I legali della famiglia Englaro hanno poi precisato che il protocollo non ha subito modifiche ma è differente rispetto a quello previsto per il ricovero alla clinica "Città di Udine".[39]
Il caso Englaro, che ha suscitato in Italia pubbliche manifestazioni in supporto di ciascuna delle posizioni, è seguito anche dalla stampa internazionale[40].
La morte di Eluana Englaro è sopravvenuta alle 19:35 del 9 febbraio 2009. La notizia è giunta in Senato mentre si stava discutendo il DDL n° 1369[41] in materia di alimentazione e idratazione, suscitando clamore e reazioni scomposte nell'aula. Alle 20:40 la notizia è stata confermata anche da Ines Domenicali, presidente della RSA nella quale Eluana Englaro era ricoverata. Il governo, di concerto con la presidenza del Senato e i gruppi parlamentari, ha, in conseguenza di ciò, deciso di ritirare il disegno di legge in cambio dell'immediata discussione del testo più articolato relativo al testamento biologico e alla disciplina dei casi di fine vita.

E qui sopra ho deciso di prendere tutte le notizie su Eluana Englaro e sulla sua dipartita..Avevo letto il libro-intervista al padre di Eluana e mi era sembrato un padre intelligente e che nonostante tutti quegli anni era stato accanto a sua moglie ma che voleva che le idee accennate da Eluana quando era ancora una ragazza normale fossero rispettate.  Egli si battè perchè la medicina non solo si accanisse su un corpo che da ben 17 anni era immobile ma che potesse alleviarne altre sofferenze e chiese a norma di legge che venisse interrotta non solo l'aalimentazione ma anche la disidratazione così da poterla accompagnare a un sereno riposo. 
Il film era strutturato con tre storie che viaggiavano in contemporanea durante quella settimana dal 3 al 9 settembre del 2009 in cui Eluana fu trasportata alla RSA di Udine "La Quiete".  Mi è piaciuto questo film e non mi è sembrato "provinciale" come fu accusato da alcuni critici a Venezia poichè la fine vita secondo me si ha in una provincia come in una grande metropoli e queste sofferenze possono capitare in qualsiasi ambiente o città piccola o grande che sia.

Ritornero a scrivere sul blog riassumendo le mie impressioni sugli ultimi libri che ho letto e che starò leggendo... arrivederci!

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